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Arthur Morgan “Arto” Lindsay nasce in Virginia nel 1953 ma cresce tra gli Stati Uniti e il Brasile per via del lavoro dei genitori. Considerato uno degli intellettuali della musica rock, artisticamente è influenzato dal tropicalismo di Caetano Veloso e Gilberto Gil, dal free jazz e dalla musica sperimentale statunitense.

In occasione dell’anno di Dante e dei quarant’anni dalla Lectura Dantis di Carmelo Bene, Arto Lindsay dà nuova vita a un’opera immortale e insieme a una picciola compagnia di musicisti ricrea il paesaggio sonoro della Commedia, dove tutto diventa suono, timbro, ritmo, musica.

Arto Lindsay, voce, chitarra Melvin Gibbs, basso, elettronica, Roopa Mahadevan, voce Rachele Andrioli, voce, tamburi a cornice, Redi Hasa, violoncello.

"C’ero anch’io tra il pubblico accalcato sotto le torri di Bologna ad ascoltare la Lectura Dantis di Carmelo Bene in quella notte di luglio del 1981. Il rumore della folla era alto quasi quanto la voce di Bene che leggeva il miglior libro scritto dagli uomini, come Jorge Luís Borges aveva chiamato La Commedia. Carmelo Bene aveva scelto Dante per interrogare e riaffermare le ragioni dell’umano di fronte all’orrore indicibile della bomba alla stazione. Il lutto, lo smarrimento e il conforto divennero una cosa sola. All’epoca non avevo familiarità con l’italiano del tredicesimo secolo e nemmeno troppo con quello del ventesimo. Fu il suono ad impossessarsi di me, ad attraversarmi “da interiorità a interiorità”. Sentivo, respiravo, afferravo qualche parola. Era musica. Nell’anno in cui portiamo tutti il peso di un’altra peste, abbiamo ancora bisogno di ascoltare la voce di Dante. Voglio suonare ancora quella Lectura Dantis, spremerla, esaltarla, farle dire tutto, ascoltarla e parlare con lei. Voglio aggiungere il nostro momento al suo momento, il nostro suono al suo suono, la nostra musica alla sua musica."