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Dopo il romanzo in prosa Le vite potenziali (2018), Francesco Targhetta torna alla poesia con la sua prima raccolta di versi dopo Fiaschi (2009).

Alternando testi brevi e poemetti narrativi, La colpa al capitalismo affonda sui temi della solitudine, dell’individualismo, del disagio psichico, dell’alienazione digitale, indagando, tra hikikomori, ottimizzatori, emarginati, tropicalizzatori, automobilisti aggressivi e provinciali timidi, le nuove contraddizioni che estenuano il mondo occidentale di oggi. Ne esce una galleria di vivi a metà, proiezioni e nemesi dell’autore, che affollano una raccolta poetica priva di “io” e tutta proiettata nell’abisso contemporaneo. «Data la colpa al capitalismo / a rimanere è un vuoto immenso».

La colonna sonora di freddie Murphy e Chiara Lee, già al lavoro con Targhetta su Le vite potenziali e Perciò veniamo bene nelle fotografie, sostiene gli stessi suoni e respiri dei versi, aprendone un’ulteriore dimensione, tra rabbia rappresa e spaesamento urbano, che non può che penetrare in profondità.