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PETER HOOK AND THE LIGHT



PETER HOOK From JOY DIVISION / / NEW ORDER DJ SET “Hooky”, come lo chiamano tutti, è una leggenda del rock a tutti gli effetti. Bassista dal ’77 all’80 dei Joy Division. Poi, dopo la morte di Ian Curtis, la formazione decise di re-inventarsi una carriera diventando New Order. E il successo divenne planetario. Peter Hook è particolarmente conosciuto e stimato per il modo assai particolare di suonare il basso. Già prima, con i Joy Division, aveva sviluppato uno stile del tutto personale, dovuto anche al fatto che spesso, durante le prove, la chitarra di Bernard Sumner era troppo alta. Così Hooky per sentire le sue stesse note, doveva toccare le corde del suo basso pestando violentemente sulle corde e sui tasti del manico. Da qui, appunto, quel suono netto e oscuro che ha sempre caratterizzato le linee di basso dei Joy Division. Per tutti gli anni ’80 il suo stile fu particolarmente spigoloso, fino agli anni ’90 in cui il suo modo di suonare divenne più ritmico e melodico. Le vicende artistiche di Peter Hook sono profondamente legate alla Manchester di fine anni ’70-primi anni ’80. E soprattutto intorno alla Factory Records di Tony Wilson e al club Hacienda, da dove sono passate o sono nate molte delle star del rock inglese. In tutto questo Hooky fu un predecessore di un movimento che per tutti è il post-punk. I Joy Division, algidi in queste sembianze granitiche, divennero presto un riferimento per la musica alternativa mancuniana ed inglese. Per certi versi anche travisati, per via di quel nome che poteva avere dei richiami nazisti, ma che nulla aveva a che vedere con l’ideologia nazista. Fatto sta che con due soli album “Unknown Pleasures” e “Closer” i Joy Division segnarono indelebilmente la storia della musica mondiale. Nel 1980 la morte di Ian Curtis colse tutti di sorpresa, anche se negli ultimi tempi il leader della formazione aveva dato ampi segni di smarrimento e di chiara stanchezza psicologica dovuta ai problemi coniugali con la moglie Deborah. Così decise di porre fine alle sue sofferenze impiccandosi a casa di sua moglie. Il resto della band apprese la notizia come un fulmine a ciel sereno. In un istante si trovarono di fronte ad un bivio: smettere o imboccare una nuova strada. Propesero per la seconda soluzione. I cupi e nichilisti anni ’70 erano ormai alle spalle. Davanti cominciava a stagliarsi un’epoca molto colorata, kitch, movimentata, meno ideologizzata e più divertente. Così anche la musica ne risentì nelle ispirazioni e negli arrangiamenti. Le discoteche divennero presto i contenitori che andarono a sostituirsi ai piccoli, lugubri, fumosi live club. I dj sarebbero a breve divenuti delle star, al pari di musicisti blasonati. Ma per far diventare i dj delle star, servivano degli ottimi brani su cui far ballare le masse. Ecco che entrarono in scena i New Order. Dalle ceneri dei Joy Division si aprì la strada ad un’altra avventura per Hooky & co. Atmosfere sempre abbastanza plumbee, ma il ritmo travolgente delle basi e degli arrangiamenti dava alle musiche un sapore completamente nuovo. Brani come “Blue Monday” divennero presto delle hit da discoteca in tutto il mondo. E per Peter Hook e gli altri ex Joy Division si aprì un’altra immortale pagina di storia. La nuova band si sciolse varie volte, per poi ritornare insieme. Fino a che Hook ha deciso di uscire definitivamente di scena verso la fine degli anni ’90. E nel 2010 ha fondato la band Peter Hook & The Lights con cui esegue i grandi classici dei Joy Division e qualche brano dei New Order. Parallelamente, ha iniziato a condurre anche una fortunata carriera in veste di dj. E, ovviamente, i suoi brani non possono che essere elettronici. Come elettronica è stata la storia musicale dell’Hacienda e le ispirazioni che hanno dato vita ai brani dei New Order. Peter Hook è diventato, così, anche un apprezzato dj da club, con una serie infinita di apparizioni in tutto il mondo. Dall’electro house ai remix dei brani dei New Order e dei Joy Division, le sue selezioni sono fatte per ballare e scatenarsi fino alle prime luci dell’alba.