Info Evento
Roberto Latini
Venere e Adone
siamo della stessa mancanza di cui sono fatti i sogni
di e con Roberto Latini
musiche e suono Gianluca Misiti
luci e direzione tecnica Max Mugnai
produzione Compagnia Lombardi-Tiezzi
in collaborazione con Epica Festival, Fondazione Armunia Castello Pasquini - Festival Inequilibrio, Fortinbras Enterprise
con il sostegno di Regione Toscana e MiC
Nel tempo di questo tempo, mi piace sospendermi nello stesso argomento che scelse Shakespeare quando nel 1593 i teatri a Londra furono chiusi per la peste: Venere e Adone. L’amore terrestre e quello divino nel disarmo di un destino ineluttabile, è il tema trattato da Shakespeare, Tiziano, Rubens, Canova, Carracci, Ovidio.., attraversando il mito nell’arte, come trattenendo il respiro. Un respiro-fotogramma, solo, fermato, definito, come a impedire che il racconto si possa compiere nel finale che già sappiamo. È forse la speranza che si possa vincere il destino, dando all’Arte il compito di sfidare il tempo e trattenerlo. Sospenderci nella tenerezza. Tra quelli contenuti nelle Metamorfosi di Ovidio è certamente uno dei più sorprendenti: Adone muore nel bosco durante la caccia a un cinghiale e Venere stessa non può nulla oltre il presentimento che la consuma. Anche questo mito ci rivela che gli Dei in tanti casi possono solo arrendersi al cambiamento; oppure lasciarsi sorprendere. Venere e Adone è la storia di ferite mortali, di baci sconfitti che non sanno, non riescono a farsi corazza, difesa.