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Il Teatro dei Principi di Carignano nacque come un teatrino “di famiglia” nobiliare, aperto ogni sera al Principe e ai suoi familiari; era realizzato in legno per favorire l’acustica e dotato di retro-palchi per svestire gli abiti da viaggio impolverati e vestire gli abiti di rappresentanza.La realizzazione del teatro originario avvenne tra gli ultimi anni del Seicento e i primi del Settecento, a cura di Luigi Amedeo figlio di Emanuele Filiberto, per ospitare spettacoli minori, come il “ballo di corda” o il “ballo di spada”. Solo dopo il passaggio alla Società dei Cavalieri nel 1727 iniziarono spettacoli di maggior lustro, come la prosa, il canto ed i balletti. Nel maggio del 1752 si pose la prima pietra di un nuovo teatro su disegno di Benedetto Alfieri, con 84 logge e tre ranghi di panche in platea, lumi a candela e stucchi lumeggiati d’oro, mentre il soffitto fu dipinto da Gaetano Perego e Mattia Franceschini e il sipario da Bernardino Galliari. Il teatro fu inaugurato per la Pasqua del 1753 con la “Calamita dei cuori” di Carlo Goldoni, musicata da Baldassarre Galluppi. L’incendio del 16 febbraio 1786 impose una nuova costruzione su progetto di G.B. Feroggio con quattro ordini di palchi, dei quali venti al primo ordine, ventuno al secondo, ventidue al terzo e quarto ordine. La divisione delle logge era data da cariatidi in cartapesta sovrastate da un capitello jonico, con colore prevalente giallo e bigio. Il soffitto e il sipario furono dipinti da Bernardino Galliari, ottantenne. Nel 1845 il pittore Francesco Gonin realizzò la decorazione del soffitto della platea, dipingendo un Trionfo di Bacco: esso sottolinea, col suo esplicito grecismo, una fase importante della cultura piemontese collegata con quella teutonica, prima che italiana. Il Teatro Carignano, il più antico teatro torinese rimasto, è anche uno dei più illustri in Italia per gli eventi artistici e culturali che ha ospitato. Nel 1751 vi diede un lungo ciclo di recite la compagnia di Carlo Goldoni, che allora scrisse per il pubblico torinese la commedia Molière. Nel teatro ricostruito subito dopo da Benedetto Alfieri, nacque la vocazione teatrale del geniale e tormentato nipote Vittorio Alfieri, che qui esordì e a lungo vi trionfò con le sue tragedie. Dopo la “bufera napoleonica”, dal 1821 al 1855 fu sede della Compagnia Reale Sarda, ricalcata sulla Comédie Française e illustre antenata del Teatro Stabile di Torino. Sotto Carlo Felice e Carlo Alberto, la Reale Sarda portò al successo opere di Alberto Nota, Angelo Brofferio, Silvio Pellico e consacrò le più grandi attrici dell’Ottocento, prima Carlotta Marchionni e più tardi Adelaide Ristori. Nel 1884 vi ebbe il suo primo trionfo Eleonora Duse con Cavalleria rusticana di Giovanni Verga, nel 1886 vi fece il suo debutto in Italia il giovane Arturo Toscanini e nel 1888 qui si entusiasmò per Carmen il filosofo Friedrich Nietzsche. Nel corso del Novecento ospitò storiche “prime”, come Il piacere dell’onestà di Luigi Pirandello, e tutti i maggiori protagonisti della scena del secolo, oltre a personalità di fama come Jean Cocteau, Albert Camus e di recente il premio Nobel Harold Pinter. Nel 1977 la Città di Torino, proprietaria dell’edificio fin dall’Unità d’Italia, lo affida ufficialmente al Teatro Stabile di Torino.

www.teatrostabiletorino.it Piazza Carignano, 6, 10123, Torino (TO)