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Andrea Motis & Joan Chamorro Quartet

Dopo aver pubblicato sei album di successo con il bassista Joan Chamorro, la trombettista, cantante e compositrice Andrea Motis, con base a Barcellona, fa il suo debutto da solista alla Impulse! Records con Emotional Dance. La stupefacente armonia sviluppata con Chamorro negli ultimi sette anni risulta del tutto immutata in Emotional Dance. Le brillanti performance vedono coinvolto Chamorro insieme al pianista Ignasi Terraza, al batterista Esteve Pi e al chitarrista Josep Traver nella formazione principale. Proprio come con Chamorro, Motis ha svolto frequenti tour e registrazioni anche con i musicisti sopracitati.
Chamorro ha coprodotto Emotional Dance con Brian Bacchus e Jay Newland. Dietro saggio consiglio di Bacchus e del direttore dell’A&R della Universal Recors, Jean-Philippe Allard, Motis ha aggiunto al gruppo diversi musicisti con base negli USA – il vibrafonista Warren Wolf, il fisarmonicista Gil Goldstein, il baritono sassofonista Scott Robinson, il percussionista Café Da Silvia. Tre brani hanno visto anche il coinvolgimento del celebre sax tenore dell’americano Joel Frahm, che aveva già collaborato con Motis e Chamorro. “Abbiamo invitato [Joel] a suonare con noi a Barcellona nel 2016. È stato così incredibile che sapevamo di volerlo a bordo per quest’album”, dice Motis con entusiasmo.
Anche se ha solo 21 anni, Motis mostra una maturità musicale ben oltre la sua età. Questo perché ha iniziato a suonare la tromba a sette anni; tre anni dopo ha iniziato a studiare jazz alla Municipal School of Music of Sant Andreu con Chamorro, che subito dopo l’ha ingaggiata nella sua band quando lei era ancora un’adolescente. Mentre frequentava la scuola, per nove anni ha fatto parte della Sant Andreu Jazz Band, con la quale ha registrato otto dischi e grazie alla quale ha suonato con musicisti del calibro del trombonista Wycliffe Gordon, del sassofonista Jesse Davis, del clarinettista Bobby Gordon e del sassofonista Dick Oatts, per citarne alcuni. Oltre che la tromba, Motis suona anche il sassofono contralto. Ma è stato nella band di Chamorro che ha iniziato a cantare. “La tromba sarà sempre il mio strumento preferito”, risponde Motis quando le viene chiesto se preferisce essere una cantante o una strumentista. “Suonare la tromba è come meditare; è parte integrante della mia vita. Ma non voglio mai scegliere solo uno dei miei lati artistici perché amo interpretarli tutti”.
In Emotional Dance, il canto occupa il centro della scena: Motis è un contralto affascinante e agile. Con il suo sottile vibrato e le sue espressioni succinte, il modo di cantare di Motis è stato paragonato a quello di personalità di spicco quali Billie Holiday e Norah Jones.

La sua abilità vocale viene subito alla luce nel classico di Charles Daniel e Richard Whiting “He’s Funny That Way”, che apre il disco. Potrebbe non essere una coincidenza che il classico del jazz per eccellenza sia stato associato da tempo a Lady Day; Motis e il suo ensemble rendono sicuramente giustizia al componimento, dandogli rilievo con uno shuffle tipico dell’era dello swing che prepara l’orecchio a un avvincente assolo di Robinson. Motis segue le sue tracce con un piacevole assolo di tromba che accentua il suo tono aspro e il suo senso disinvolto di swing melodico.
Motis vede Emotional Dance come un’estensione e un’evoluzione del suo lavoro con Chamorro. Come le loro opere precedenti, anche il nuovo album contiene una buona dose di standard jazz. Oltre a “He’s Funny That Way”, Motis offre una resa accattivante dei brani “Never Will I Marry” di Franck Loesser, “You’d Be So Nice To Come Home To” di Cole Porter, “Baby Girl” di Eddie Jefferson, “I Remember You” di Johnny Mercer, “Señor Blues” di Horace Silver e “Chega de Saudade” di Antonio Carlos Jobim e Vinicius De Moraes.
Emotional Dance rivela una parte della crescita artistica di Motis grazie alla presenza di “La Gavina” di Frederico Sires Puig, di “Louisiana O Els Camps De Cotò” di Els Amics de les Arts e di “Matilda” di Perico Sambeat. In tutti e tre i brani Motis canta in catalano – la prima volta in un suo disco. L’ultimo pezzo vede persino la presenza di Sambeat con un movimentato accompagnamento e un assolo di sassofono soprano.
Anche qui per la prima volta, Motis dimostra il suo talento come compositrice. Ha infatti scritto tre dei tredici pezzi di Emotional Dance. Il primo che ha composto è stato “If You Give More Than You Can”, una commovente ballata con un testo profondo riguardante l’essere sopraffatti da diverse responsabilità. Il suo spumeggiante “I Didn’t Tell Them Why” mostra il lato più vivace di Motis quando canta dell’inizio di una storia d’amore che vuole tenere segreta, mentre la sua spavalda “Save the Orangutan”, una hard bop strumentale, illustra la sua padronanza della tromba e la sua capacità di improvvisazione, mentre condivide la scena con Frahm.
La brillante traccia che da il titolo al disco fu scritta da Terraza molti anni fa come pezzo strumentale. Motis non era nemmeno consapevole del talento da compositore di Terraza fino a quando ha sentito il brano alla radio. “Abbiamo pensato che il titolo di quel pezzo rappresentasse alla perfezione le sensazioni che abbiamo provato durante la creazione di questo primo album per la Impluse! Records”, dice Motis. “Il titolo trasmette tutti i cambiamenti positivi e le nuove direzioni che abbiamo intrapreso con la mia musica, riconoscendo che le cose stanno avanzando nel modo giusto”.


Gabriel Royal

Ci vuole un po’ prima che lo stile musicale di Gabriel Royal ti colpisca. Le sue canzoni si sviluppano lentamente, gli arrangiamenti tra il suo cantato e il suo violoncello ti tirano dentro e ... ti afferrano. Potresti pensare che per questo ci voglia troppo tempo al giorno d’oggi, ma poi pensi a quei cinque anni che Gabriel ha trascorso suonando nella metropolitana di New York per essere poi notato e portato in studio di registrazione ad incidere il suo primo album.

Il primo video dell'album "Say It's Right", diretto da Blake Farber, è un delicato e intimo ritratto dello stile unico di Gabriel nel cantare sulle note del suo violoncello. Queste sono canzoni che crescono in ogni ascolto, espandendo il proprio potere dentro di te. Il figlio di un musicista, sempre con pianoforte, chitarra e tamburi per tutta la casa, Gabriel Royal inizia a cantare con ancora il pannolino addosso a Muskogee, in Oklahoma, facendo canzoni da cantare agli alberi.

Diplomato come insegnante di arte visiva, Gabriel Royal ha iniziato a scrivere musica insieme agli amici solo per divertimento, senza considerare una carriera musicale. Fino a quando uno dei suoi migliori amici, il compagno musicista Johnny Polygon, lo costrinse ad andare in tour. Tornato a New York, decide di suonare in metropolitana dove ad un certo punto incontra Beto Landau che lo convince a registrare un vero e proprio album.

Influenzato dal groove di Stevie Wonder come anche dalla sensibilità jazzy, rilassata di Burt Bacharach e da alcuni artisti contemporanei come John Legend, Hiatus Coyote, Flying Lotus, James Blake, Jangle Monae e Thundercat, il marchio di Gabriel è il suo canto sulle armonie e i ritmi del suo violoncello.

www.jazzmi.it
www.ponderosa.it