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Something in our way, ovvero i Beatles e i Rolling Stones nell’universo jazz di Danilo Rea. I successi delle due band britanniche icone della musica pop e rock dagli anni ’60, uniti sul filo delle note del piano di Danilo alla memoria di tutti noi e racchiusi nel suo nuovo disco in piano solo, pubblicato per Warner Music Italy. Nell’album i brani di Lennon, McCartney e Harrison, da sempre riferimento musicale e colonna della formazione di Danilo, s’intrecciano con i pezzi di Jagger e Richards: “E' stata una grossa sfida per me”, racconta. “Non è la prima volta che affronto il repertorio dei Beatles perchè con le loro canzoni sono cresciuto e dal vivo li suono spesso”. “La cosa sorprendente”, prosegue, “è che lavorando a questo progetto mi sono avvicinato tantissimo ai Rolling Stones e suonando i loro brani che a pelle sento più vicini, mi sono reso conto di quanto siano potenti: una bella lotta ma alla fine credo di aver trovato una chiave di lettura che possa rendere onore a entrambi questi grandi gruppi”. In “Something in our way”, le differenti vie musicali delle due formazioni convivono, si alternano e si uniscono nelle note di Rea, superando l’eterna dicotomia. Dalla melodia di Let it be, all’appassionata Angie, passando per il ritmo di Ob-la-dì Ob-la dà  e l’energia di Jumpin’ Jack Flash, Danilo scompone, riarrangia e ricostruisce, fino a restituire la musica che si colora di nuove sfumature. “In un lavoro in piano solo, la vera difficoltà è arrivare a esprimere con un solo strumento, e soprattutto senza la voce, la pressione di una band completa”, spiega. “Quello che ho cercato di trasmettere con questo disco è un senso di apertura verso tutto, perchè in realtà la musica è una sola e alla sua base c’è la melodia: è fatta per generare emozioni e la chiave per arrivarci è tutta lì”. Così, con il suo talento capace di spaziare su qualunque repertorio, la sua sensibilità musicale, il suo estro gentile e la sua forza creativa, Danilo plasma la melodia schiudendo le porte a infinite possibilità  che si aprono agli ascoltatori. Uno show dinamico in cui l’improvvisazione è protagonista, proiettando gli spettatori in un mondo le cui strade sono ancora tutte da scoprire. “Io improvviso sempre durante i concerti, odio avere una scaletta”, racconta. “Nel live ci saranno le canzoni di Something in our way ma nulla è già deciso: per me un concerto è come un salto in un mondo che ti si apre strada facendo. E' un po’ come raccontare una storia, cercando di costruirla parola dopo parola, e trovando spunti per reinventarla ancora, sempre viaggiando melodicamente sul filo dei ricordi comuni”.