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Rotte mediterranee è un recital per voce e chitarre basato sull’intreccio di racconti e canzoni popolari dell’area mediterranea e composizioni originali di Giovanni Seneca. Il mediterraneo non è solo un luogo geografico, è un’atmosfera, un paesaggio. E’, tra i punti cardinali, quello che vivenel presente: non è la proiezione smisurata della conquista dell’ovest, né il rigore nordico dell’etica del lavoro, non è l’origine che appartiene all’oriente, ma è l’esperienza della complessità, la ricchezza delle differenze. Una dimensione della conoscenza non ossessionata dalla crescente velocità. Azzurro ma non sempre grigio sotto le nuvole, nero nell’oscurità, dorato o roseo e perfino rosso sotto il sole, bianco o plumbeo, verde, trasparente, torbido: il mare si colora di una gamma smisurata di sfumature che rimbalzano nei suoni delle voci, dei luoghi, delle musiche. I canti presentano elementi nelle lingue locali: bulgaro, serbo, greco, ladino, turco e vari dialetti italiani. Si tratta dunque di un repertorio pluringue, in cui talora una stessa melodia accompagna testi in lingue diverse, talora una stessa canzone si compone di strofe in varie parlate. Musiche e canti ispirati alle diverse culture del mediterraneo e al dialogo tra i popoli; partendo dall’Italia si parte per un viaggio che tocca Spagna, Nord Africa, Grecia e arriva fino ai Balcani. Particolarmente interessante la presenza di alcune sevdalinke bosniache, romanze dei sefarditi bosniaci nate principalmente da racconti popolari della tradizione orale. Come ad aprire finestre sul mediterraneo Moni Ovadia assieme a Giovanni Seneca e alla cantante italo-algerina Anissa Gouizi fondono musica, canto e parole in una originale forma di concerto teatrale.