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Biografia

Mulatu Astake è un musicista etiope, considerato il padre dell’Ethio-jazz. Musicalmente si forma a Londra, New York e, Boston; grazie a queste esperienze impara a mescolare jazz e latin music con la musica tradizionale etiope. Guida la sua band suonando vibrafobo, conga, percussioni, tastiere ed organo.

Durante gli anni ’50 i suoi genitori lo mandano in Galles per fargli studiare ingegneria, lui invece, dopo aver iniziato gli studi al Lindisfarne College, si laurea in musica al Trinity College of Music di Londra. Durante gli anni ’60 vola negli Stati Uniti dove diventa il primo studente africano del Berklee College of Music di Boston, e qui studia vibrafono e percussioni.

Durante l’esperienza americana si avvicina al latin jazz e, registra i suoi primi due album a New York nel 1966: “Afro-Latin Soul, Volumes 1 & 2”. Nel disco Astake suona diversi strumenti tra cui il vibrafobo, sostenuto da pianoforte, percussioni, conga; nei due dischi si trovano anche elementi che saranno alla base dei suoi lavori successivi.

Dopo aver introdotto conga e bongo nella tradizione musicale etiope, nei primi anni ’70 porta in patria il suo personalissimo sound che chiama Ethio-jazz. Nonostante continui ad operare negli Stati Uniti, inizia a collaborare con diversi artisti anche in Etiopia, come ad esempio il cantante Mahmoud Ahmed; suona anche con Duke Ellington e la sua band durante il tour etiope del 1973. Mentre registra un altro album a New York, la maggior parte dei suoi lavori viene ripubblicata dall’etichetta di Addis Abeba Amha Records, del musicista etiope Ahma Eshèté. Amha Records produce inoltre diversi singoli di Astake ed anche l’unico LP originale realizzato in Etiopia come album e non come una compilation di un singolo artista.  Il disco è un chiaro esempio della bravura e capacità di Astake di creare un suono ibrido in cui la tradizione etiope si incontra con il funk, il jazz e il soul di matrice americana. Nel 1975, in seguito al colpo di stato militare del Derg, molti musicisti ethio-jazz sono costretti a fuggire e, tra questi anche Ahma Eshèté; Astake resta invece abbastanza a lungo da suonare nell’album “Tche Below” della Walias Band.

Nonostante la sua ricerca e il suo sound unico, dagli anni ’80 la musica di Mulatu Astake viene messa un po’ da parte al di fuori del suo Paese. Agli inizi degli anni ’90 però molti appassionati e collezionisti di dischi riscoprono e ricercano i suoi vinili pubblicati negli anni ’70. Nel 1998 l’etichetta discografica parigina Buda Musique decide di ristampare su CD la discografia Ethio-Jazz pubblicata da Amha Records in una collezione chiamata “Éthiopiques”; della collezione, la prima compilation dedicata ad un solo artista è la quarta “Éthiopiques Volume 4: Ethio Jazz & Musique Instrumentale, 1969–1974, Mulatu Astatke.” Grazie a questa pubblicazione il pubblico di Astake diventa sempre più grande ed internazionale. Il suo pubblico occidentale cresce ulteriormente nel 2005 grazie al film di Jim Jarmusch “Broken Flowers” che conta ben sette brani del musicista etiope nella colonna sonora.  Molti suoi brani sono stati anche citati con dei campionamenti da diversi artisti hip hop tra cui Nas, Damian Marley, Kanye West e, Cut Chemist solo per citarne alcuni.

Nel 2008, dopo un lungo tour che ha toccato Scandinavia, Londra, New York, Germania, Olanda, Glastonbury (UK), Dublino e Toronto, collabora con il collettivo jazz londinese The Heliocentric alla realizzazione dell’album “Inspiration Information Vol.3”. Nel disco compaiono sia alcuni suoi classici ri-arrangiati che nuovo materiale realizzato insieme al collettivo.

Tra le varie collaborazioni, molto importanti sono quelle intraprese con alcuni college americani, tra cui l'Università di Harvard, dove ha lavorato alla modernizzazione di strumenti tradizionali etiopi e ha mostrato in anteprima l’opera The Yared Opera. Mulatu ha lavorato anche all'Istituto di Tecnologia del Massachusetts, tenendo lezioni e seminari, oltre a consigliare il Media Lab del MIT sulla creazione di una versione moderna del krar, uno strumento tradizionale etiopico.

Nel febbraio 2009 Mulatu si è esibito al Luckman Auditorium di Los Angeles insieme ad alcuni tra i più importanti musicisti jazz come Bennie Maupin, Azar Lawrence e, Phil Ranelin.

Nel 2012 viene insignito di una laurea di dottorato in musica ad honorem dal Berklee College of Music.

Nel 2015, insieme a Black Jesus Experience, la band con cui collabora da più tempo, inizia a registrare il materiale che andrà poi a formare l’album “Cradle of Humanity”, premiato al Melbourne Jazz Festival nel 2016.

Mulatu Astatke

Mulatu Astatke, è un musicista polistrumentista etiope, conosciuto come il padre dell'Ethio Jazz, miscela di suoni Jazz e Latin con elementi di musica etiopica.

www.facebook.com/Mulatu-Astatke-Official-Artist-Page-170786992977869

Biografia

Mulatu Astake è un musicista etiope, considerato il padre dell’Ethio-jazz. Musicalmente si forma a Londra, New York e, Boston; grazie a queste esperienze impara a mescolare jazz e latin music con la musica tradizionale etiope. Guida la sua band suonando vibrafobo, conga, percussioni, tastiere ed organo.

Durante gli anni ’50 i suoi genitori lo mandano in Galles per fargli studiare ingegneria, lui invece, dopo aver iniziato gli studi al Lindisfarne College, si laurea in musica al Trinity College of Music di Londra. Durante gli anni ’60 vola negli Stati Uniti dove diventa il primo studente africano del Berklee College of Music di Boston, e qui studia vibrafono e percussioni.

Durante l’esperienza americana si avvicina al latin jazz e, registra i suoi primi due album a New York nel 1966: “Afro-Latin Soul, Volumes 1 & 2”. Nel disco Astake suona diversi strumenti tra cui il vibrafobo, sostenuto da pianoforte, percussioni, conga; nei due dischi si trovano anche elementi che saranno alla base dei suoi lavori successivi.

Dopo aver introdotto conga e bongo nella tradizione musicale etiope, nei primi anni ’70 porta in patria il suo personalissimo sound che chiama Ethio-jazz. Nonostante continui ad operare negli Stati Uniti, inizia a collaborare con diversi artisti anche in Etiopia, come ad esempio il cantante Mahmoud Ahmed; suona anche con Duke Ellington e la sua band durante il tour etiope del 1973. Mentre registra un altro album a New York, la maggior parte dei suoi lavori viene ripubblicata dall’etichetta di Addis Abeba Amha Records, del musicista etiope Ahma Eshèté. Amha Records produce inoltre diversi singoli di Astake ed anche l’unico LP originale realizzato in Etiopia come album e non come una compilation di un singolo artista.  Il disco è un chiaro esempio della bravura e capacità di Astake di creare un suono ibrido in cui la tradizione etiope si incontra con il funk, il jazz e il soul di matrice americana. Nel 1975, in seguito al colpo di stato militare del Derg, molti musicisti ethio-jazz sono costretti a fuggire e, tra questi anche Ahma Eshèté; Astake resta invece abbastanza a lungo da suonare nell’album “Tche Below” della Walias Band.

Nonostante la sua ricerca e il suo sound unico, dagli anni ’80 la musica di Mulatu Astake viene messa un po’ da parte al di fuori del suo Paese. Agli inizi degli anni ’90 però molti appassionati e collezionisti di dischi riscoprono e ricercano i suoi vinili pubblicati negli anni ’70. Nel 1998 l’etichetta discografica parigina Buda Musique decide di ristampare su CD la discografia Ethio-Jazz pubblicata da Amha Records in una collezione chiamata “Éthiopiques”; della collezione, la prima compilation dedicata ad un solo artista è la quarta “Éthiopiques Volume 4: Ethio Jazz & Musique Instrumentale, 1969–1974, Mulatu Astatke.” Grazie a questa pubblicazione il pubblico di Astake diventa sempre più grande ed internazionale. Il suo pubblico occidentale cresce ulteriormente nel 2005 grazie al film di Jim Jarmusch “Broken Flowers” che conta ben sette brani del musicista etiope nella colonna sonora.  Molti suoi brani sono stati anche citati con dei campionamenti da diversi artisti hip hop tra cui Nas, Damian Marley, Kanye West e, Cut Chemist solo per citarne alcuni.

Nel 2008, dopo un lungo tour che ha toccato Scandinavia, Londra, New York, Germania, Olanda, Glastonbury (UK), Dublino e Toronto, collabora con il collettivo jazz londinese The Heliocentric alla realizzazione dell’album “Inspiration Information Vol.3”. Nel disco compaiono sia alcuni suoi classici ri-arrangiati che nuovo materiale realizzato insieme al collettivo.

Tra le varie collaborazioni, molto importanti sono quelle intraprese con alcuni college americani, tra cui l'Università di Harvard, dove ha lavorato alla modernizzazione di strumenti tradizionali etiopi e ha mostrato in anteprima l’opera The Yared Opera. Mulatu ha lavorato anche all'Istituto di Tecnologia del Massachusetts, tenendo lezioni e seminari, oltre a consigliare il Media Lab del MIT sulla creazione di una versione moderna del krar, uno strumento tradizionale etiopico.

Nel febbraio 2009 Mulatu si è esibito al Luckman Auditorium di Los Angeles insieme ad alcuni tra i più importanti musicisti jazz come Bennie Maupin, Azar Lawrence e, Phil Ranelin.

Nel 2012 viene insignito di una laurea di dottorato in musica ad honorem dal Berklee College of Music.

Nel 2015, insieme a Black Jesus Experience, la band con cui collabora da più tempo, inizia a registrare il materiale che andrà poi a formare l’album “Cradle of Humanity”, premiato al Melbourne Jazz Festival nel 2016.